Pratiche digitali & Cultura umanistica

 

 

Roberto Mazzola

 

 

ISBN: 978-88-6647-263-6  

 

  

 

  

 

Il rapporto tra informatica e studi umanistici, avviato negli anni cinquanta del secolo scorso dal padre gesuita Roberto Busa, con il passare dei decenni si è fatto sempre più stretto. Gli umanisti hanno progressivamente incorporato strumenti e metodi computazionali in ogni fase delle loro ricerche confluite in quell’ampio e variegato ambito disciplinare nato dalla trasformazione digitale della cultura e che si è ormai soliti definire Digital Humanities. Nel nuovo millennio all’analisi testuale e lessicografica si è affiancata la sperimentazione di nuovi approcci alla luce delle più disparate risorse multimediali sempre disponibili online; nell’ultimo decennio, in particolare, abbiamo assistito al crescente interesse per l’applicazione di Big Data e Intelligenza Artificiale all’informatica umanistica che rappresenta, nello stesso tempo, un’opportunità e una sfida. Infatti, la loro applicazione alle disciplina umanistiche suscita entusiasmo per le possbilità offerte dall’analisi quantitativa dei big data repository ma anche scetticismo e critiche sugli effettivi vantaggi euristici delle Big Digital Humanities rispetto ai metodi ermeneutici dell’umanista digitale come di quello tradizionale. La rapida evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione pone gli umanisti di fronte al dilemma sulla possibile coesistenza della costante revisione critica delle proprie metodologie con il monolitico pensiero computazionale. In questa prospettiva la riflessione critica sull’interdipendenza tra il sistema socio-tecnologico contemporaneo e gli studi umanistici diventa un elemento chiave nella formazione delle nuove generazioni di umanisti digitali.

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